06.02.2017

Cosa sono le Emozioni


Oggi vorrei parlarvi delle emozioni, croce e delizia di ogni nostra giornata: le amiamo e le odiamo, ne andiamo alla ricerca eppure tentiamo di controllarle o addirittura di sopprimerle..

Per la maggior parte delle persone, le emozioni sono fenomeni piuttosto incomprensibili e misteriosi. Ma cosa sono in realtà le emozioni? E a cosa servono?

Secondo teorie accreditate, le emozioni sono segnali a guardia dei nostri scopi, cioè sistemi di valutazione della realtà, segnali che ci comunicano, in modo forte e immediato, cosa sia importante per noi. Per dirla in estrema sintesi (sicuramente riduttiva ma di facile comprensione): la gioia, ad esempio, ci dice che un obiettivo per noi importante è stato raggiunto o sta per essere raggiunto; la tristezza, al contrario, ci comunica che uno scopo per noi rilevante è andato perso o almeno questo è ciò che crediamo; l’ansia e la paura indicano invece che un obiettivo significativo è minacciato, cioè temiamo di non riuscire a raggiungerlo (“Ce la farò? Non ce la farò??”).

A differenza degli altri esseri viventi, l’essere umano ha a disposizione ben due modalità di valutazione della realtà: quella emotiva e quella razionale.

La valutazione emotiva, che può essere più o meno inconscia, ha il vantaggio di essere immediata e profondamente radicata nel corpo. Immaginiamo di essere in mezzo alla strada e di accorgerci all’improvviso che un’auto ci sta venendo addosso: in men che non si dica, il nostro sistema nervoso  attiverebbe al massimo il nostro corpo (aumentando il battito cardiaco, la pressione arteriosa, l’irrorazione sanguigna ai muscoli, e così via) in modo da farci arrivare subito dall’altro lato della strada, sani e salvi. E questo grazie alla paura, che ha immediatamente valutato la situazione come minacciosa per il nostro scopo primario per eccellenza: la sopravvivenza. Se in una situazione del genere dovessimo affidarci solo alla razionalità, valutando la velocità dell’auto, la nostra distanza dal marciapiede, ecc. prima di decidere se fuggire o meno… con ogni probabilità, non arriveremmo alla fine del ragionamento!

Ma le valutazioni emotive hanno anche degli svantaggi: tendono ad essere approssimative e poco precise. Per così dire, suonano l’allarme antincendio quando percepiscono del fumo, ma non distinguono tra un pericoloso incendio e un piacevole barbecue.

Ecco che allora può venirci in soccorso la razionalità, con la sua capacità di analizzare, scomporre, distinguere, considerare le conseguenze e le probabilità, in modo chiaro e approfondito. Grazie alla razionalità, possiamo valutare pro e contro di una proposta di lavoro, capire come modificare una ricetta per renderla più adatta ai nostri gusti, prendere infinite e utili decisioni per la nostra vita.

Le valutazioni razionali presentano svantaggi opposti rispetto a quelle emotive: sono piuttosto lente, processando le informazioni in modo sequenziale (una alla volta) e completamente scollegate dal corpo. Se ad esempio dovessimo scegliere un film da un punto di vista esclusivamente razionale, potremmo metterci un’infinità di tempo; al contrario, semplicemente connettendoci internamente al criterio ‘mi piace/non mi piace’, riusciamo a fare una scelta piuttosto rapida.

L’ideale, quindi, è la possibilità di integrare le valutazioni emotive con quelle razionali, in modo che siano armoniche e si potenzino le une con le altre. I problemi sorgono quando sembrano contraddirsi o addirittura ostacolarsi. E questo può accadere per diverse ragioni.

Può capitare di perseguire, in modo anche del tutto inconscio, degli scopi contraddittori, incompatibili tra loro. Razionalmente, vogliamo solo divertirci giocando a beach volley con gli amici, ma essendo perfezionisti, inconsciamente non accettiamo di vivere il momento con naturalezza, perché l’idea di perdere o di fare brutta figura appare intollerabile. Il risultato sarà quello di giocare con ansia o di non giocare affatto. In questi casi, generalmente l’emozione prevalente è quella che si collega allo scopo per noi primario (spesso di tipo difensivo).

Oppure possono esserci motivi ‘storici’, vale a dire dei condizionamenti, traumatici o meno, per cui abbiamo imparato ad associare determinate situazioni o comportamenti a specifiche emozioni. Se ad esempio si cade nell’acqua senza riuscire a venire a galla da soli né essere rapidamente soccorsi, è molto probabile che a partire da quel momento, l’acqua faccia paura, nonostante possibili rassicurazioni razionali.

Vi sono poi differenze temperamentali del tutto innate: alcuni nascono con un sistema nervoso più rapido e reattivo, facile ad attivarsi ma più complicato da gestire e calmare. O con una particolare sensibilità, per cui sentono ‘tutto di più’ e a volte, troppo, almeno agli occhi degli altri.

Infine, ma non ultimo, possono esserci fattori organici: trovarsi in un momento particolare di vulnerabilità fisica, legato a malattie o a condizioni fisiologiche particolari (es. pubertà, gravidanza, invecchiamento, stress fisico) espone facilmente ad emozioni intense e apparentemente illogiche o ingovernabili.

Ricordiamo che siamo tutt’uno, mente e corpo; lo stato del corpo non può non influenzare la mente, e viceversa. Anche all’interno della ricerca psicologica e della psicoterapia, vi è una crescente consapevolezza di questa unità indissolubile, portando così a integrare le tecniche psicologiche classiche, legate all’autoconsapevolezza, con tecniche innovative che lavorano con e per il corpo.

 

In base a quanto detto, è chiaro come sia impossibile ‘eliminare’ le emozioni: bisognerebbe non avere nessuno scopo nella vita! Ma questo sarebbe piuttosto spiacevole, triste e noioso, attivando così, inevitabilmente, le emozioni negative corrispondenti, in un circolo vizioso...

È invece possibile, nonostante possibili conflitti o condizionamenti, arrivare a integrare razionalità ed emotività, attraverso una conoscenza reciproca rispettosa e tecniche psicologiche specifiche, capaci di tenere in considerazione e dare voce a tutte le componenti della persona: pensieri e emozioni, affetti e comportamenti, mente e corpo, storia e obiettivi.